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la Geografia del Cyberspazio

L’origine del termine cyberspazio si trova nella parola greca kyber che vuole dire “navigare” e quindi indica uno spazio effettivamente navigabile. L’inventore del termine è lo scrittore William Gibson che nel suo romanzo Neuromante del 1984 descrisse uno spazio digitale e navigabile, un mondo elettronico visuale e colorato nel quale individui e società interagiscono attraverso le informazioni.

Il cyberspazio di Gibson é un universo di reti digitali di computer, un mondo nel quale multinazionali, corporazioni e pirati informatici si scontrano per la conquista dei dati e delle informazioni. È un nuovo fronte culturale ed economico.

Il concetto di cyberspazio é stato ripreso, riutilizzato e modificato ma il contesto nel quale ha trovato la sua collocazione é comunque sempre stato quello del mondo della comunicazione e informazione via computer e quello delle realtà virtuali.

La realizzazione di mappe del cyberspazio é una pratica che oltre a essere affascinante ed evocativa ha spesso una concreta utilità pratica, proprio come la realizzazione delle mappe ‘convenzionali’. La visualizzazione geografica, in tutte le sue forme e manifestazioni, é sempre parte integrante di come noi capiamo il mondo, e questo é valido anche per il cyberspazio.
Nel caso di mappe finalizzate alla rappresentazione degli aspetti del cyberspazio che hanno riferimenti geografici e una concretezza fisica reale, la realizzazione di una mappa, di una rappresentazione visiva ci fornisce i mezzi coi quali visualizzare e descrivere la posizione, la distribuzione e la struttura di cose concrete ma spesso nascoste sottoterra, ospitate in stanze anonime, che orbitano nello spazio o che sono chiuse in scatole metalliche.

Ma ci sono anche forme di cyberspazio che possono essere parzialmente o totalmente prive di riferimenti geografici o di attributi spaziali o di entrambi; in questi casi le forme e attributi spaziali dei dati del cyberspazio possono essere mappati attraverso un processo chiamato di spazializzazione .
Viene cioè applicata una struttura spaziale dove non ne esiste già una e non ce ne é una istintivamente applicabile, questo viene fatto al fine di fornire gli strumenti per visualizzare e comprendere lo spazio. Viene utilizzato il potere della rappresentazione spaziale, nelle sue diverse forme, al fine di descrivere spazi di informazioni di difficile comprensione in una nuova veste più facile da interpretare. Creare mappe può così dare gli strumenti per facilitare la comprensione, la navigazione e documentare l’estensione di queste svariate forme di cyberspazi.

Ma ci sono anche mappe concettuali e topologiche, mappe, paesaggi e spazi delle informazioni presenti nel cyberspazio; ci sono mappe che visualizzano la struttura, la disposizione o la interconnessione dei siti nel World Wide Web, mappe che tracciano la navigazione degli utenti sul Web. Ci sono infine le rappresentazioni artistiche del cyberspazio e le visualizzazioni dei mondi delle realtà virtuali.